L’opinione del giornalista sul caso Juventus dalle colonne di La Repubblica
“Tra le molte questioni giudiziarie che mettono in grave difficoltà la Juventus, e che hanno costretto il presidente Agnelli a dimettersi insieme al CdA, il filone delle plusvalenze sembra (o sembrava) il meno grave rispetto, ad esempio, al problema degli stipendi truccati: anche in questo caso, le sanzioni sportive potrebbero essere clamorose, senza considerare gli aspetti penali dell’altro processo in arrivo. Ma quando il procuratore federale afferma che la pena, per la Juventus, deve essere afflittiva, viene da rispondere: a campionato in corso, qualunque pena lo è. Questa, in particolare, come è stata calcolata? Leggendo la classifica? Il metodo inquieta”.
“Quello che è successo ieri in uno stranissimo pomeriggio romano lascia in bocca un sapore amaro, e non soltanto ai tifosi della Juventus. I quali, adesso, non possono fare a meno di tornare col pensiero a Calciopoli. Dove, al netto delle responsabilità acclarate e pagate da alcuni imputati con la radiazione a vita, e dal club con la retrocessione in B, il sospetto di un giudizio frettoloso e incompleto rimane”.