Platini: “La Juve tornerà a vincere, state tranquilli”

L'ex centrocampista è tornato a parlare della Juventus, ricordando i tempi da giocatore a Torino e rassicurando i tifosi sul futuro

Michel Platini è tornato a parlare di Juventus, di quella che ha vissuto come calciatore e di quella di oggi in occasione della Golf Cup organizzata dalla Fondazione Vialli-Mauro. L’ex centrocampista bianconero ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Tuttosport, spaziando dai ricordi della squadra di Trapattoni al sogno di diventare presidente dei bianconeri. Ecco alcuni passaggi della sua lunga chiacchierata.

Platini e i ricordi della sua Juventus

“È sempre bello tornare a Torino. È casa per me. Ho ancora degli amici e dovrei tornare più spesso. Guardiola o Ancelotti? Non scelgo, sono due amici e sono eccezionali tutti e due. Due modi completamente differenti di interpretare il calcio, entrambi efficaci, anche se alla fine il City di Guardiola a volte mi ricorda la Roma di Liedholm dove giocava Ancelotti. Buffo no? Liedholm diceva: se il pallone ce l’abbiamo noi, non ce l’hanno gli altri, stessa filosofia del City. Quando Zibì è andato da loro, abbiamo beccato due volte 3-0! Quanto mi piaceva giocare a Roma ad aprile, mi ricordo lo stadio, il cielo meraviglioso, le battute dei romani che mi facevano sempre ridere. Sono dei momenti bellissimi della mia vita, magari non mi ricordo il risultato, ma mi ricordo l’ambiente. Lo sai, io sono sempre stato un po’ strano”. 

Platini sul calcio moderno e il suo arrivo alla Juventus

«Mmmm è complicato. Per me il calcio come evento in uno stadio è migliorato, però i giocatori mi sembrano un po’ tutti uguali, un po’ stereotipati o, comunque, fatti perché in una squadra sia più importante l’allenatore rispetto ai calciatori che non osano più, non dribblano, non provano a inventare qualcosa, sono frenati dagli allenatori. Non è il calcio dei calciatori, ma il calcio degli allenatori oggi, con meno talento, meno fantasia, più corsa e posizionamento. Credo che si dovrebbe tornare un po’ al calcio dei calciatori, è più divertente. E poi ci sono sei/sette squadre che concentrano i migliori giocatori del mondo e questo è un po’ meno divertente, perché ai miei tempi erano più distribuiti. Poi, attenzione, il gioco rimane divertente, ci sono dei grandi campioni che mi divertono. Dopo però quando vedo un giocatore che entra in campo e l’allenatore gli mostra il foglio con gli schemi… beh, quello mi sta sulle palle: ma lascialo giocare, no?”. 

Poi Platini continua a parlare del suo arrivo alla Juventus:

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