Spalletti dopo il flop Italia: “Sono quello che ha più responsabilità di tutti, ma non mi dimetto”

Luciano Spalletti ha parlato in conferenza stampa dopo la sconfitta amara degli azzurri contro la Svizzera: ecco le sue dichiarazioni

spalletti italia

Un’eliminazione meritata ma che lascia con l’amaro in bocca tutti gli italiani. Nonostante il lato di tabellone abbordabile, gli azzurri sono caduti subito, al primo ostacolo. La Svizzera di Yachin si è imposta grazie a Freuler prima e Vargas dopo: Spalletti ha parlato in conferenza stampa da Iserlohn, ecco le sue parole.

“Io sono disponibile a rispondere a tutte le domande. Mi fa piacere ringraziare i tifosi della vicinanza e l’amore. Ringraziare i giocatori per la professionalità e la voglia di fare. Voglio anche ringraziare tutto lo staff della federazioni perché hanno cercato di trovare la soluzione a qualsiasi problema può essere venuto fuori. A me dispiace che a causa del mio risultato non si è vista la loro qualità. Rimangono intrappolati in quella che è l’idea che dipende dal risultato. Sono quello che ha responsabilità più di tutti“.

“Io non faccio il giochino di tornare indietro e pensare: ‘sarebbe stato meglio se’. Indietro non ci posso tornare. Cerco di sforzarmi a guardare avanti. Da quello che si è visto è chiaro che ho sbagliato qualcosa. Ho cercato di ringiovanire la squadra e, visto che resto qui, continuerò a farlo”.

È chiaro che non abbiamo visto il miglior Spalletti possibile perché sennò sarei qui a fare discorsi diversi. Vedo e leggo che mi è stato attribuito di aver utilizzato troppo i toni e di aver usato miti da seguire. Io ho degli esempi da seguire ed è stata tutta la mia vita”.

“Dopo la partita di ieri siamo tornati a zero. Nel futuro cercherà di ringiovanire la rosa per ricreare un gruppo. A oggi non mi sono state date le risposte che cercavo e di conseguenza cercherà di ricreare dal basso, più giovani”.

È chiaro che calciatori del livello di Chiellini e Bonucci sono difficili da trovare. Si è visto però che giocatori come Calafiori possono dare tanto”.

“Non è stata la notte più complicata della mia carriera perché la mia vita è stata tutta complicata. In alcuni casi le vittorie sono anche più difficili da gestire. Ho passato tante notti a pensare al calcio. In queste complicazioni mi sono fatto tanti amici che sono a supporto. La migliore è quella di Matilde che mi dice: ‘Ti voglio bene’”.

“All’Europeo noi ci siamo arrivati con una qualificazione meritata ma difficile, perché c’era subito urgenza di risultati. Sapevamo di avere un girone di difficoltà massimali, come avete detto voi. Noi siamo come esperienza fatta e come età media una delle più giovani, la penultima come presenze dei calciatori convocati in questa competizione. Ci si aspettava una reazione diversa. Io dico che fino alla qualificazione c’è stato una reazione nelle partite che è stata differente da quello che abbiamo visto ieri. Io dopo tutti i giorni e tutti gli allenamenti fatti ho parlato la squadra. Il dialogo è fondamentale. Ho parlato sempre come allenatore alla squadra perché l’ho sempre fatto e non ho visto criticità particolari. Gli sono stato troppo addosso nel senso che ho cercato di fare il mio lavoro al 100%. Ho ritenuto giusto non far passare niente. Mi è sembrato tutto abbastanza normale perché sono le stesse cose quando lotti per la retrocessione in C o altro. Qui cambia il volume perché c’è la maglia della Nazionale”.

Le parole del presidente della FIGC Gabriele Gravina

“Non esiste nell’ambito di una governance federale l’idea che qualcuno possa pretendere le dimissioni dall’esterno. Questo vale sia per la politica che per tutti coloro che dall’esterno chiedono le dimissioni di Gravina o Spalletti. Per me la scadenza è a marzo 2025, le elezioni avverranno nella prima data utile, le avrei fatte anche prima ma non si possono fare prima delle Olimpiadi. Quella è l’unica sede deputata legittimamente a scegliere la governance. Critiche sì, ma costruttive. Abbiamo il 67% di stranieri nei nostri campionati. Nonostante questo dato riduttivo ma più o meno in linea con gli altri, noi stiamo resistendo strenuamente alla richiesta di liberalizzare la possibilità di tesserare extracomunitari e questo implica attacchi politici. Ci sono resistenze all’interno della Figc, con le attuali norme se non con la persuasione non riesco. E vorrei precisare ancora: leggo di un contrasto tra me e politica, vi garantisco che non c’è nessun contrasto, c’è un confronto dialettico che ha gli stessi vincoli che sta vivendo la Premier con lo governo inglese e tutti gli altri campionati con i propri governi”.

“Prematuro parlare della mia ricandidatura a presidente della Figc, non mi ci sono soffermato ed è molto impegnativo, mi impedisce da mesi di tornare a casa. Il mio è un ruolo di servizio, non sono un amministratore unico, giusto che ci sia un confronto con le componenti che mi dovranno eleggere, con loro valuterò se continuare il mio percorso o interromperlo. Nelle qualificazioni al di là del risultato c’era stata la prestazione, non in queste ultime partite, ma parlo di quelle. Il 2026 è un obiettivo reale, siamo tutti consapevoli che sarebbe un disastro inimmaginabile non qualificarsi per la terza volta di fila ai Mondiali. Vorrebbe dire che ancora una volta non siamo riusciti a trovare un progetto in grado di dare risultati nell’immediato. La nostra progettualità con Spalletti puntava al 2026, sapendo che noi possiamo fondare tutte le nostre aspettative, ma poi dobbiamo fare sempre i conti con la realtà, questo è il mondo del calcio. Nessuno è in grado di garantire un risultato.”

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