Como, Fabregas: “Juventus? Vogliamo rendere la vita difficile a tutti”

Il tecnico dei biancoblù ha presentato la sfida contro la squadra di Thiago Motta, anticipo della 24esima di campionato

Oltre Thiago Motta, anche Cesc Fabregas ha presentato la sfida fra Como e Juventus: il tecnico dei biancoblù ha risposto alle domande durante la consueta conferenza stampa pre-partita. Ecco cos’ha detto sul match contro i bianconeri.

Le parole di Fabregas su Como-Juventus

“La storia è storia e la Juventus è una società incredibile. Ma stiamo provando a dar battaglia indipendentemente dai nomi. Vogliamo rendere la vita difficile a tutti, provando a vincere. Alcune volte va bene, altre meno. Penso che non deve mancare voglia e mentalità di far male a chiunque, con tutto il rispetto del mondo ovviamente”.

Poi continua:

“Thiago Motta? Quando non sai bene cosa succede è difficile commentare. Analizzando la Juve, vedo una squadra forte e un mister con grandi idee. Io vedo cose molto interessanti, ma è la mia opinione personale. Ideali simili? Difficile da dire, io cerco di prendere dettagli di quello che fa Thiago, perché da lui si può attingere”.

Fabregas e i singoli

“Gabrielloni è ancora fuori, speriamo di averlo con il Napoli. Sergi Roberto torna a Roma, Kempf sta bene, speriamo di averlo con il Napoli così come Moreno. Vojvoda e Azon sono infortunati, 2-3 settimane ci vogliono. Azon era un acquisto per l’estate, ma ha un infortunio lungo da gestire, quindi abbiamo deciso di farlo arrivare prima, per farlo abituare al nostro sistema di gioco. Van der Brempt ritorna, non per giocare tutta la partita, ma uno spezzone.Vero, Motta cambia spesso gli esterni e potrebbe essere un fattore. Ma dobbiamo pensare a noi, come vogliamo giocare con la palla e senza palla. Ci sono tante possibilità, Motta sa sempre sorprendere. È una partita che si prepara, ma poi i dettagli alla scoperta della formazione avversaria”.

Fabregas e il progetto Como

“Io mi sento allenatore, poi aiuto in vari aspetti con un’opinione. Dove vedo la squadra non lo so. L’anno scorso si voleva creare uno stile di gioco che piace alla città e ai tifosi da portare avanti. Non è arroganza, è una promessa su indicazione della società. Bella città, bel calcio. Io avevo responsabilità di tutto questo. L’altra promessa era portare la squadra in A in due anni, ci siamo riusciti in pochi mesi. Altra esigenza, ringiovanire, ed è stato fatto. In estate il 90% della squadra è pronta per il futuro, solo pochi movimenti. E da lì si riparte per creare un nuovo gruppo, per tanti anni, con mentalità e idee. Ribadisco, se andiamo in B c’è un progetto, ovviamente speriamo di no, perché crediamo nella salvezza e nei giocatori. Io ho contratto di quattro anni, significa che il progetto è di quattro anni, non è un progetto a breve scadenza.

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