Le vittorie bianconere spesso non avevano convinto e il primo match con un avversario davvero superiore ha sancito il crollo
Umiliazione. Non c’è altro termine per definire quanto accaduto ieri sera alla Juventus al Maradona.
Apparsa sin da subito in difficoltà e schiacciata nella propria metà di campo, la squadra di Allegri non ha mai davvero dato l’impressione di poter affrontare un Napoli straripante. Il (fortunoso, visto lo sviluppo dell’azione) gol di Di Maria, la traversa del Fideo e il “quasi pareggio” che sarebbe stato frutto di un’autorete di Rrahmani sono infatti apparsi come fiammate frutto più del caso e della reazione di nervi che non di una vera identità di gioco (che continua a latitare).
Il punto è: c’era da aspettarselo? La Juve in fondo era reduce da otto partite in cui il bunker bianconero era apparso decisamente solido, ma è anche vero che in queste gare la Vecchia Signora si era sempre ritrovata ad affrontare avversarie tecnicamente inferiori oppure formazioni magari sulla carta alla pari (vedi Inter e Lazio), ma in un momento non eccessivamente entusiasmante. Il risultato è stato una serie di successi spesso arrivati per il rotto della cuffia, vittorie che hanno dato morale ma che avevano sempre quel retrogusto amarognolo dovuto a prestazioni tutt’altro che esaltanti o quantomeno convincenti.
La sfida contro il Napoli sarebbe dovuta essere un banco di prova indicativo, e così (purtroppo per Danilo e soci) è stato: la Juventus al primo vero scoglio si è sciolta come neve al sole, Allegri ci ha capito poco o nulla e i suoi giocatori hanno fatto lo stesso. Bremer (ancora non al meglio) è stato mandato al macello, Chiesa (schierato terzino o quasi) non è riuscito a esprimersi come sa e davanti gli attaccanti si sono trovati ad assistere alla partita non toccando quasi mai la palla. I giovani tanto decantati, poi, in occasione del big match sono immediatamente stati accantonati, sintomo che forse in questi ragazzi alla fine non ci si crede poi così tanto…
Tornando alla nostra domanda, una sconfitta era dunque preventivabile. Da un k.o. che ci può stare a una resa incondizionata, però, c’è una bella differenza…