PRIMO GOL. “Ci siamo commossi, aspettavano tutti questo gol e devo dire che lo aspettavamo anche noi. Perché li ha sempre fatti: dalle giovanili ad oggi non aveva mai passato un anno senza segnare. Mi sembrava strano”.
ALLEGRI. “Il mister lo sprona. Vedendolo negli allenamenti penso che sappia bene che la porta lui la ‘veda’. Magari giocare a vent’anni in una squadra come la Juventus è diverso e dunque ci sta che ci abbia messo un po’. Poi sta crescendo in una Juve diversa da quella di 5-6 anni fa. In Italia si sa, abbiamo tutti fretta. Su Allegri non posso dire niente, anche nella veste di padre sono davvero contento: i giovani li sta lanciando eccome. Fabio sta facendo gavetta e Allegri usa il bastone e la carota con lui. Lo tratta bene, lo spinge quando deve e lo ‘cazzia’ quando serve. Crescerà”.
50 PRESENZE. “Provo grande orgoglio per lui. E’ arrivato dal settore giovanile dove ha fatto tutta la trafila da quando aveva 8 anni. Ha fatto una grande scalata e c’è grande soddisfazione per questo”.
DA PICCOLO. “Gli vedevo fare i tornei all’estero da piccolino e trovavi gente più strutturata e preparata, magari più grande. Eppure le giocate che faceva lui non mi spiegavo da dove gli arrivassero. Forse dalla Play Station (ride, n.d.r.)”.
IDOLI. “Ce ne sono tanti. Da piccolo il suo ex allenatore lo chiamava ‘Nedved’ per la pettinatura e per il modo di correre: si faceva i capelli come Pavel. De Bruyne ed i giocatori come lui gli sono sempre piaciuti. Ma gli piaceva anche il basket”.