
L’ex tecnico bianconero: “È stata dura per la squadra adattarsi a qualcosa di nuovo. Andrò a Parigi e a Manchester”
Nemmeno il tempo di sedersi sulla panchina della Juventus Under 23 che Pirlo ha dovuto vestire i panni dell’allenatore della prima squadra, quella di Cristiano Ronaldo, lasciata in eredità da Allegri. Un salto triplo che l’ha gettato all’esordio assoluto con un club così importante e in un campionato tanto complicato, ma che l’ha visto comunque mettere in bacheca una Coppa Italia e una Supercoppa italiana. Dopo una stagione, è senza squadra ma non rinnega il suo calcio: “Il calcio non cambia. Ci sono ancora un paio di gol che devi difendere e segnare. Questo non cambierà mai. Ma il modo in cui giochi sì, il modo di interpretare il gioco, come si muovono i giocatori, ecco cosa è cambiato. Oggi servono giocatori veloci, tecnicamente ottimi quando giocano a ritmo alto, ottimi negli uno contro uno. In passato era un po’ diverso. Ogni anno può succedere qualcosa che può cambiare il modo in cui si gioca a calcio”, ha spiegato a The Athletic.
“È stata un’estate magnifica. Non c’è gioia più grande che vincere con la Nazionale. Mancini ha fatto un ottimo lavoro. Italia aveva un’identità e giocava quasi da club. La Juve? Ho imparato molto. È stata la mia prima esperienza da allenatore ed è stata intensa. Abbiamo iniziato la stagione con una sola amichevole. È stato tutto molto veloce, abbiamo giocato ogni tre giorni, senza tifosi. È stata dura per la squadra di adattarsi a qualcosa di nuovo. La cosa più importante è sempre stata recuperare. Il mio futuro? Andrò a Parigi e anche a Manchester. Sono pronto per una nuova avventura“, ha raccontato Pirlo.
