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Fine della corsa per Tevez: l’Apache si ritira

E’ stato il primo N°10 della Juventus dopo l’addio di Alessandro Del Piero

Carlos Tevez si ferma qui. A 38 anni, il mitico Apache del calcio argentino e internazionale, appende gli scarpini al chiodo, farà l’allenatore. Il campione argentino ha deciso di ritirarsi già da un po’, l’ultima partita risale a un anno fa, Juan Roman Riquelme (oggi vicepresidente del Boca) lo sapeva da tempo. Ma l’annuncio ufficiale è arrivato solo venerdì nel programma «Animales Sueltos» di America Tv.

Tevez smette, nonostante le offerte: «Mi volevano in Usa che in Argentina, ma ho giocato per tanto tempo e ora dico basta. Ho dato tutto ciò che avevo, mettendoci il cuore», le sue parole. Che poi svelano come dietro al suo ritiro ci sia il dolore per la perdita di Segundo Tevez, padre adottivo: «In famiglia mi hanno chiesto perché ho deciso di ritirarmi e ho risposto che ho perso il mio tifoso numero uno. Da quando avevo otto anni lui veniva sempre a vedermi. Quindi mi sono detto che ora non gioco più per nessuno. Ho preso anche un’altra decisione, quella di voler allenare».

LA VITA – Non è stata semplice la vita di Carlitos, cresciuto nel barrio Fuerte Apache nella periferia di Buenos Aires, in un mondo di povertà e delinquenza: abbandonato dalla madre biologica, suo padre naturale è stato ucciso prima che nascesse. A tirarlo su sono stati gli zii materni Adriana e Segundo, i veri genitori. La sua carriera è stato un simbolo di rivalsa per la sua famiglia e tutto il suo popolo: «La mia maggior soddisfazione è stata quella delle case che ho comprato per tirare fuori tutti i miei familiari da Fuerte Apache. Mi sono sempre detto che la prossima generazione dei Tevez doveva essere migliore e ricevere una migliore educazione. Ho visto i fratelli di mio padre drogarsi per terra e lui mi ha detto “vuoi fare la stessa fine?”, per questo non mi ha mai fatto saltare un allenamento. Quando sono andato in Brasile e ho cominciato a guadagnare i primi soldi veri ho detto a mio papà che dovevamo cominciare a comprare case agli zii e ai nonni per farli uscire dal quartiere. In tutto ne ho acquistate 14 e ho visto che a loro è cambiata la vita», il racconto di Carlitos.

 I RINGRAZIAMENTI DELLA JUVENTUS – Il Boca lo scova ragazzino, a 21 anni passa al Corinthians, a 22 è il West Ham a lanciarlo in Europa: poi United, City e l’arrivo nel 2013 alla Juve, prima del ritorno nel 2015 al Boca dove è rimasto fino al ritiro con la breve parentesi cinese allo Shanghai Shenhua. Ha lasciato il segno ovunque.

Anche o soprattutto alla Juve, dove in due stagioni ha saputo fare la storia: primo numero 10 dopo Alex Del Piero, sono in molti quelli che individuano nel suo acquisto il vero colpo della svolta della gestione Andrea Agnelli.

Lo scrive oggi Il Corriere dello Sport.

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