Il neo giocatore del Paris Saint Germain, passato dalle giovanili di Brescia e Atalanta, si è raccontato a La Repubblica
In una lunga intervista rilasciata a La Repubblica, il centrocampista del Paris Saint Germain Cher Ndour ha toccato diversi temi, fra cui il suo passato a Brescia e Atalanta.
SUGLI INIZI. “All’Oratorio San Giacomo, andavo con i ragazzi più grandi. Sono juventino e mi allenavo con la maglia di Krasic. Non era il mio idolo, ma probabilmente al mercatino c’era solo quella”.
ALLO STADIUM. “Sono entrato per la prima volta con il Benfica quest’anno. Abbiamo visto la partita della prima squadra in tribuna”.
SUL RAZZISMO. “C’è una cosa che io per carattere prendo a ridere. Quando ero all’Atalanta e c’era qualche compagno bravo, in tribuna dicevano “bravo il numero 7, bravo il numero 10”. Quando invece volevano fare un complimento a me non dicevano “bravo l’8”. Dicevano “bravo il neretto”. A me non pesava, mia madre era infastidita. Ma era ignoranza”.
SUL BENFICA. “Amo ricevere nuovi stimoli, uscire dalle zone di comfort. All’inizio mi aiutava il ds che parlava un po’ di italiano, poi mischiavo un po’ con l’inglese. I miei genitori hanno sempre fatto decidere me, ma sono sempre stati presenti”.