Il tecnico bianconero ha parlato in vista del match contro il Paris Saint-Germain
Dopo Juan Cuadrado è toccato a mister Allegri presentare la sfida contro il PSG in programma nella serata di domani.
Di seguito, dunque, le principali dichiarazioni del tecnico bianconero.
LA FORMAZIONE. «A parte Locatelli non recuperiamo nessuno, ma in mezzo ho anche Rabiot, Fagioli e Miretti, mentre McKennie ha un edema di cui dobbiamo capire la natura. Domani giocheranno alcuni dei ragazzi che sono scesi in campo a Lecce, sarà un buon test per qualche giovanotto. Rabiot? Adrien sta migliorando e maturando. I due gol e la bella gara di Lecce sono buoni segnali per noi e per la Francia».
LA PARTITA E LA STAGIONE. «Parlare di una partita non decisiva per la Champions è strano e ci fa arrabbiare, ma ora dobbiamo cercare di andare in Europa League. Dovremo disputare una buona gara, intelligente e tecnicamente valida, perché affrontiamo una squadra fortissima. Europa League un’opportunità? Sì, ma prima dobbiamo qualificarci, dopodiché penseremo al campionato».
GLI INFORTUNI. «La media degli infortuni si è alzata in questa stagione e quando parti in un campionato con tre giocatori fuori ci sono giocatori che devono scendere in campo più del previsto. Sicuramente abbiamo sbagliato qualcosa, ma non abbiamo avuto solamente infortuni muscolari. Su Iling c’è stata un entrata che fortunatamente è stata meno grave del previsto, ha rischiato di rimetterci tibia e perone. Di Maria, Bremer e spero anche Vlahovic torneranno a disposizione per l’Inter, da lunedì prossimo dovremmo poi riavere anche Paredes, mentre gli altri rientreranno a gennaio. Chiesa al momento non è in grado di disputare una partita, dopo l’ultima partitella ha avuto bisogno di quattro giorni di riposo. Pogba? Quando Paul ha deciso di non operarsi era immaginabile che difficilmente avrebbe recuperato per il Mondiale. Lui è dispiaciuto e noi siamo stati penalizzati dal non averlo avuto a disposizione».
I GIOVANI. «Dopo il Lecce c’era la preoccupazione che venissero esaltati troppo i giovani, ma c’è anche un lato positivo se pensiamo che la Juve ha una quindicina di giocatori dal 2000 in poi. Non possiamo però pensare e credere che un ragazzo che non ha esperienza e che veste una maglia pesante come la nostra possa risolvere tutti i problemi. Se sono in prima squadra alla Juventus vuol dire che hanno qualità, ma hanno anche bisogno di crescere attraverso un percorso normale. Serve equilibrio, ci sono giocatori d’esperienza e valore, ai quali si aggiunge l’energia di questi ragazzi che vengono inseriti piano piano».