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Rabiot: “Quest’anno mi è mancata la continuità di rendimento”

Il mediano francese della Juventus si racconta ai microfoni di DAZN: “Messi l’avversario più forte, Gerrard l’idolo da bambino. E su gol annullato a Cagliari vi dico che…

Lunga intervista ai microfoni di DAZN concessa dal centrocampista Adrien Rabiot.

Ecco le parole del francese della Juventus:

RENDIMENTO –Il vero Rabiot probabilmente l’avete visto, ma forse è mancata la continuità, un po’ più di regolarità. In campo do sempre il 100%, ma è difficile mantenere lo stesso livello in tutte le partite. La prestazione contro l’Inter, o quelle più recenti, sono state di alto livello. Devo ripeterle ogni weekend ed è questa la cosa più difficile“.

FANTASISTA O GIOCATORE MUSCOLARE? – Quand’ero più giovane giocavo più avanti, come un 10. Ora mi piace partire più da lontano. Preferisco avere spazio davanti a me. Chi pensa che io sia un giocatore offensivo non ha la corretta percezione di me. Sono un numero 6 o 8, non un 10“.

NESSUNA RETE – So che in Italia si fa molta attenzione a questa cosa, ma io non sono ossessionato, non è una vocazione. La cosa principale è giocare bene, dare il meglio di me, attaccare, difendere. Segnare è una cosa in più, non è una cosa primaria. L’importante è vincere“.

GOL ANNULLATO A CAGLIARI – Sono le regole del calcio, ma secondo me c’è un problema. Non mi riferisco agli arbitri, che applicano le regole. Il problema è nel regolamento“.

FINALE DI COPPA ITALIA – È una partita che attendo in maniera particolare, perché la sfida di campionato mi ha deluso e innervosito. Idem la Supercoppa. Avremmo meritato di più in entrambe le partite. Abbiamo una rivincita da prenderci contro l’Inter“.

ALLEGRI E LA PASSIONE PER IL CALCIO – Ha una passione per il proprio lavoro, vuole vincere ma anche migliorare i giocatori. Io stesso sono migliorato con lui. Mi sprona, è importante avere un allenatore che ti lancia delle sfide“.

NESSUNO COME MESSI E GERRARD –L’avversario più forte incontrato sicuramente Messi, mentre il mio idolo da bambino era Steven Gerrard. Era un giocatore emblematico, con qualità difensive e offensive e che segnava molto. Era elegante, aveva qualcosa di particolare“.

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