Anche Moise Kean sta strabiliando in questo inizio di nuova stagione. Ottimo il debutto di Bremer, mentre Alex Sandro fatica terribilmente. A centrocampo si aspetta Paredes, ma serve anche un terzino sinistro
Cresce la Juve di Di Maria. Non ci sono dubbi, è il Fideo il nuovo leader della squadra di Allegri. È lui che prende per mano il gruppo rimasto orfano, e chissà per quanto ancora, di Pogba. Angel è già un punto di riferimento, è già l’uomo in più e il pari in rimonta con il Barcellona lo ha dimostrato. Così come ha confermato la seria candidatura di Kean per la conferma, a dispetto del mercato. Moise ha riacciuffato i blaugrana con una doppietta da bomber vero quale è.
«Questo pareggio vale tanto – sorride Massimiliano Allegri – Il Barça è di nuovo grande, ha costruito una squadra importante per tornare a vincere». Lo stesso obiettivo della Juve, d’altra parte, che sta lavorando proprio per questo, mostrando piccoli ma significativi progressi. «Sono contento – aggiunge Max -, ho visto discrete trame di gioco, abbiamo creato diverse occasioni, anche se avremmo potuto far meglio sui due gol subiti».
AL CENTRO – Al centro di tutto, appunto, c’è Di Maria. L’argentino ha ispirato le migliori opportunità juventine, con assist e tocchi filtranti e ha sfiorato pure il gol. Al Fideo, Allegri garantisce ampia libertà d’azione: l’argentino è l’esterno destro del tridente e da quella zona parte per creare gioco, fornire assist, accentrarsi, tirare in porta. Con i suoi movimenti, Angel assicura anche più opzioni tattiche: da esterno diventa trequartista alle spalle del centravanti, trasformando il 4-3-3 in 4-2-3-1. «Di Maria è straordinario, è un piacere vederlo giocare» gongola il tecnico.
La Juve si muove attorno al suo campione e sale di tono quando riesce ad accelerare, a giocare in velocità e in verticale. Saltando rapidamente il primo pressing avversario o riconquistando in fretta il pallone. In questo lavoro, le mezzali hanno un ruolo chiave, sia nel recupero, sia nell’inserimento offensivo. Erano i compiti principali di Pogba, contro il Barcellona svolti a dovere da Zakaria e Locatelli. Proprio l’azzurro ha occupato la posizione del Polpo. È lui la prima idea di Max per sostituirlo, in attesa di ritrovare Rabiot, provare McKennie (a riposo pure ieri, ma dovrebbe giocare con il Real Madrid) e magari avere un regista dal mercato. Leggasi, a tal proposito, alla voce Paredes.
Contro il Barça, al timone per tutti i novanta minuti c’è stato Rovella. L’ex genoano è uno dei giovani sotto la lente: in questa tournée, in sostanza, si gioca una chance di conferma e si può dire che la prova con i blaugrana è stata superata. Così come Bremer ha iniziato ad integrarsi con Bonucci, al cospetto di un avversario subito probante come Lewandowski, che ha avuto in pratica una sola occasione. Ora l’attesa è per il debutto di Vlahovic, ancora a zero minuti, previsto domenica con il Real Madrid.
NON VA – Non tutto, logicamente, può funzionare a dovere a quest’epoca e la Juve non fa eccezione. Lente di ingrandimento, in particolare, sulla sinistra. C’è il tridente da completare in quella zona, in attesa di Chiesa. Cuadrado è stato provato nel ruolo di esterno mancino: ha fornito l’assist per il gol di Kean ma non è parso a proprio agio nel trovare le misure anche in copertura. Meglio aveva fatto Moise, in quella posizione, contro il Chivas. Serve un rinforzo, insomma. E poi c’è l’annosa questione del terzino sinistro. Alex Sandro non sembra riuscire ad emergere dalla crisi che lo accompagna dalla scorsa stagione: i due gol di Dembélé arrivano dalla sua parte; Pellegrini, la sua alternativa, non offre garanzie adeguate. Serve anche qui l’aiuto del mercato?
Lo scrive oggi Il Corriere dello Sport.