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La vera Juventus si vedrà solo con i rientri di Pogba, Chiesa e Di Maria

Intanto la squadra contro la Roma ha mostrato segnali di crescita incoraggiante anche se si può e si deve fare ancora meglio

Tutti gli uomini di Max. L’abbiamo detto (e ripeterlo non è sbagliato): la Juventus deve fare meglio anche con le assenze e il primo tempo con la Roma è un punto di partenza. Pure il secondo, se vogliamo, dove non ha giocato sullo stesso livello (soprattutto davanti), ma, gol a parte, ha tremato molto meno che in passato.

La difesa, malgrado l’assenza di Bonucci, l’addio di Chiellini l’americano e la cessione di De Ligt, non traballa in modo esagerato.

Molte critiche per Max Allegri, ma gli mancano i tre acquisti più importanti per il 2022-23, Federico Chiesa il lungo-degente, Paul Pogba e Angel Di Maria gli infortunati recenti. A parte quello di Chiesa, uno degli juventini più positivi dell’ultimo biennio (prima dell’infortunio), il vuoto lasciato da Pogba e Di Maria è particolarmente rilevante. 

Sono proprio loro due, il figliol prodigo ritornato da Manchester (United) e il Fideo, lo spaghetto venuto da Parigi, i due principali rinforzi per la Juventus di Allegri anno sociale 2022-23. Tutti gli altri giocatori che sono arrivati (e, forse, arriveranno) nella campagna di rafforzamento dell’estate ’22, infatti, sono riempitivi (anche di alto livello come Bremer) o correzioni.

Pogba e Di Maria, il secondo particolarmente voluto malgrado il Mondiale e il contratto di un anno soltanto, invece rappresentano il vero nuovo motore della ripresa juventina. Di Maria lo ha dimostrato con l’impatto dirompente della prima giornata: gol e assist (a Vlahovic) all’esordio. È l’uomo della giocata a sorpresa, del dribbling che dà superiorità numerica e apre lo spazio.

Il polpo Paul Pogba, nelle intenzioni di Allegri e del club, ha un compito ancora più importante: rivitalizzare il centrocampo. La speranza è che faccia quello che ha fatto fino al 2016, per usare un linguaggio della scherma, parata-affondo.

A Madama in questi anni è svanita la rilevanza del centrocampo. Non è da questi particolari che si giudica un giocatore, ma Paul Pogba, nella sua ultima stagione alla Juventus (2015-16), ha segnato 8 gol. Raffronti: Rabiot ne ha fatti 5 in tre anni, McKennie (il più prolifico), 8 in due. Gli altri meno.

Per questo i ritorni di Di Maria (forse il 3 settembre a Firenze) e quello di Pogba (forse l’11 settembre con la Salernitana), sono fondamentali per capire se la contro-riforma juventina ha la giusta consistenza moral-calcistica. 

Lo scrive oggi Il Corriere dello Sport.

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