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Stop, infortuni, rientri affrettati: tutto quello che c’è dietro l’assenza di Di Maria

Dopo la lesione all’adduttore alla prima di campionato, il ritorno prima del previsto contro Spezia e Fiorentina al nuovo passo indietro forzato: quando c’era ha fatto la differenza, ma fin qui il Fideo ha giocato meno di un minuto su quattro

Se al debutto in Champions a Parigi hanno fatto la differenza le individualità, non poter schierare le sue due carte migliori arrivate dal mercato ha ricordato alla Juve che non esiste solo il caso Vlahovic: una zavorra sull’inizio di stagione bianconero è anche l’inaspettato calvario di Angel Di Maria. Fermatosi alla prima giornata per un problema muscolare già comparso nei giorni precedenti, dopo aver provato a forzare il rientro una settimana fa adesso il tassametro dei suoi guai all’adduttore della coscia sinistra si avvicina pericolosamente al mese di durata, col serio rischio di scavallarlo.

I NUMERI

Il Fideo doveva fare la differenza e quando ha giocato lo ha fatto, illuminando gli occhi col suo calcio celestiale e i suoi spunti di un altro pianeta nonostante gli anni che passano. I numeri però sono spietati per dire quanto sia mancato ai bianconeri: nei minuti in cui ha giocato, che sono stati solo 147 su 540 complessivi, il 27,2%, sono arrivati il 62,5% dei gol segnati dalla Juventus, 5 sugli 8 segnati in queste prime sei partite stagionali. Un impatto evidente, ma è evidente anche quanto poco si sia visto: in metà delle partite non è stato neanche convocato, delle tre che ha giocato non ha mai giocato i 90 minuti anzi non è neanche andato oltre i 66. Se l’obiettivo individuale di Di Maria di presentarsi in forma al Mondiale autunnale faceva contare su una sua prima parte di stagione al top, siamo di fronte come minimo a una partenza forse non falsa ma sicuramente strozzata da ragioni fisiche

DOVE TUTTO È INIZIATO

Qualche domanda sulla gestione del Fideo l’aveva sollevata già il modo in cui Allegri aveva commentato a caldo l’infortunio della prima di campionato contro il Sassuolo: “Lui ha avuto quel problemino all’adduttore anche una settimana fa, ma non sono preoccupato, ora vediamo gli esiti degli esami domani. Lui si stava divertendo, magari avrei dovuto toglierlo sul 3-0”. L’esito degli esami era stato meno allegro: lesione di basso grado dell’adduttore lungo della coscia sinistra. Oltre la formula ufficiale (“tra 10 giorni verrà nuovamente rivalutato”), senza improvvisarsi medici era la casistica di questo tipo di infortuni a suggerire i tempi di recupero: da un minimo di tre fino a quattro settimane. Semplicemente perché se c’è una lesione deve guarire.

RIENTRO FLASH

Significava saltare cinque partite di Serie A – Samp, Roma, Spezia, Fiorentina e Salernitana – e le prime due di Champions. E invece già dopo due settimane, dopo solo il primo paio di quelle sette partite, riecco Di Maria non solo tra i convocati contro lo Spezia ma anche in campo per quasi tutto il secondo tempo. Tre giorni dopo a Firenze eccolo addirittura titolare: “Può giocare tra i 45 e i 70 minuti anche se non è in condizioni ottimali”, aveva detto in vigilia Allegri. I minuti saranno 45, col Fideo costretto a chiedere il cambio all’intervallo per il riacutizzarsi del problema all’adduttore: “Di Maria è uscito per precauzione dopo che aveva fatto solo due allenamenti, domani verificheremo le sue condizioni”, il resoconto di Allegri.

PARIGI

Nella mattinata della partenza per Parigi la decisione di fermarlo di nuovo: averlo fatto provare nella rifinitura era il segno di una situazione non grave, ma abbastanza seria da decidere di lasciarlo fuori per la sfida dell’ex col Psg. Per evitare ulteriori forzature e prendersi qualche giorno in più. “Con il senno di poi non si va da nessuna parte”, ha provato a spiegare Allegri prima del Psg questo continuo stop&go con Di Maria. “Ho deciso di farlo giocare con lo Spezia perché c’era bisogno di una scossa, domenica stava meglio. Portarlo con noi a Parigi e rischiarlo per una gara col pericolo di perderlo con tante partite importanti da qui a novembre no, non sarebbe servito a niente: dobbiamo averlo al 100% e non fargli perdere la condizione che ha acquisito durante la preparazione”.

QUANDO TORNA

In attesa dei prossimi aggiornamenti, il buon senso impone di considerarlo fuori per domenica contro la Salernitana, tanto più se la doppia sfida col Benfica è considerata prioritaria nella Champions della Juve. Ma darsi una settimana-dieci giorni in più per andarci coi piedi di piombo significherebbe tenerlo ai box anche coi portoghesi, tornando ai tempi di recupero ipotizzati inizialmente, e a quel punto resterebbe solo la partita di Monza prima della sosta delle nazionali, con Di Maria già convocato dall’Argentina. Non sono i tempi di Pogba, ma è un’assenza pesante. C’è la sua storia personale di infortuni a testimoniare l’integrità che, complice anche il fisico molto asciutto, il Fideo ha saputo conservare nonostante il chilometraggio elevatissimo. Se non c’entra il logorio dell’età, inevitabile che qualche ombra si allunghi sulla sua gestione.

Lo scrive oggi La Gazzetta dello Sport.

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