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Dusan Vlahovic si è fermato: la colpa è anche della Juventus

Dopo un avvio di campionato estremamente positivo il centravanti serbo si è inceppato. Il “non gioco” della Juventus di certo non aiuta il centravanti costato lo scorso gennaio ben 80 milioni di euro

Salvate il soldato Vlahovic. La Juve sprofonda e trascina Dusan nel gorgo della crisi. L’uomo dei sogni bianconeri, il colpaccio da 80 milioni dello scorso mercato invernale per riportare la squadra di Allegri al vertice, non fa più la differenza. E non certo solamente per colpe proprie.

L’onda lunga del non gioco juventino, dell’atteggiamento più remissivo che offensivo impresso da Max al gruppo sta condizionando non poco anche il bomber, che pure aveva iniziato alla grande la stagione con la doppietta al Sassuolo e le due magìe su punizione contro Roma e Spezia. Quattro gol nelle prime quattro partite e poi stop. La sua ultima rete risale proprio alla sfida con i liguri del 31 agosto, poi più nulla. DV9 non fa centro da cinque partite quindi, compresa quella con la Fiorentina in cui è rimasto a sorpresa in panchina senza entrare. Ci è andato vicino a Parigi ma ha sbattuto su Donnarumma, poi con Salernitana, Benfica e Monza un lento appassire, come la Juve. 

VERO – Non è il vero Vlahovic questo, è evidente. Dopo un’estate trascorsa a guarire dalla pubalgia e a trovare la brillantezza fisica, l’inizio aveva dato speranza e fatto sognare ma era un’illusione. Perchè è arrivata subito la notte di Genova, quella dei soli nove palloni toccati nella sfida contro la Samp; primo indizio di ciò che si sarebbe rivisto, e in modo sempre più preoccupante, nelle partite successive. Dusan spesso abbandonato a sè stesso a combattere contro le difese avversarie; la Juve che non riesce a esaltarlo. Gli recapita pochi palloni, non lo cerca e non lo serve nel modo adeguato. L’idea allegriana è di una Juve “verticale”, che pesca in profondità il suo bomber: intenzioni rimaste solo sulla carta perchè solo uno dei quattro gol finora è arrivato su azione. Altro aspetto: la Juve è stata costruita sulle ali, con Di Maria, Kostic, oltre Cuadrado e in attesa di Chiesa, a rifornire il serbo. Sistema di gioco: 4-3-3 insomma, come sperimentato da inizio estate. Ma di cross e assist, poco o nulla finora, per non parlare di trame offensive adeguate a esaltare l’attaccante principe della rosa. Così finisce che serva una spalla come Milik per migliorare le cose e provare a svoltare e l’impatto del polacco è stato clamoroso quanto inatteso, tanto che sembra ormai inamovibile. Così però si spreca un investimento da 80 milioni, appunto. E allora le conseguenze sono facili da immaginare: Dusan fatica tremendamente, nonostante si danni l’anima e non lesini certo impegno in partita e lavoro in allenamento. Tanto che subentra il nervosismo, evidente nelle ultime partite. Tanto che prevale la frenesia a ogni pallone toccato, che si traduce in qualche imprecisione di troppo nel palleggio: 16 palle perse a Monza, dato non da vero Vlahovic. Senza gol e senza palloni giocabili, Dusan si incupisce presto e si avvita nell’anonimato. Ma, appunto, non è solo colpa sua. Come sembrano lontani i tempi di Firenze, con il bomber sorridente che segnava a ripetizione. La crisi della Juve lo sta penalizzando oltremodo e il peso della pressione, dei riflettori costantemente puntati addosso, della necessità di fare sempre la differenza fanno il resto. Ora è tempo di ripartire. Dusan è in ritiro con la Serbia per preparare le sfide di Nations League contro Svezia e Norvegia. Aria nuova per ritrovare serenità e gol in vista della rinascita in bianconero. 

Lo scrive oggi Il Corriere dello Sport.

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