Il dirigente del Bologna ed ex attaccante della Juventus presenta la sfida di domenica prossima: “Thiago Motta è un grandissimo lavoratore”
In vista del match della Juventus con il Bologna in Serie A ha preso la parola in casa felsinea l’ex bianconero Marco Di Vaio.
Ecco le sue parole rilasciate al Corriere dello Sport:
Ventisei febbraio 2011: Di Vaio, le dice niente questa data?
«Il Bologna vince 2-0 a Torino contro la Juventus e i due gol li segno io. Per certi versi è un ricordo meraviglioso, per altri purtroppo è solo un ricordo. Se non sbaglio, è l’unica gioia dal 1980/81 a oggi in campionato».
Vlahovic è tornato carico dalla nazionale, e Milik è un cliente scomodissimo.
«Loro hanno Vlahovic e Milik, ma noi abbiamo Arnautovic».
Che Allegri avrebbe voluto alla Juventus…
«Abbiamo fatto un grande lavoro con Marko, in ogni attimo gli abbiamo evidenziato la nostra stima. La Juve non ce lo ha mai chiesto direttamente, ma il Manchester United sì, eccome».
Per fortuna i tifosi hanno fatto sapere di non gradire il suo arrivo.
«No, no, il Manchester non si è ritirato per colpa di quei tifosi, ma solo perché Arnautovic ha capito di essere al centro del nostro progetto oggi e nei prossimi anni. Marko si è comportato da campione vero, essendosi reso conto di quello che rappresenta per il Bologna e per Bologna».
E cosa rappresenta per il Bologna?
«Un punto di riferimento in campo e fuori. Mi ha sorpreso per il suo coinvolgimento, per come sta aiutando anche i calciatori più giovani. Marko è molto inglese, dà sempre tutto. Tra l’altro ha anche cambiato atteggiamento nei confronti del gol».
Come, come? Che significa?
«E’ sempre stato un leader, ma mentre prima pensava soprattutto agli altri e gli dava più godimento fare un assist che un gol, ora pensa sia all’assist che a fare gol».
Il problema per il Bologna è che se non fa gol Arnautovic, sono dolori…
«Uno: l’importante è che Marko sia in fiducia e lo è. Due: vedrete che Barrow, Orsolini, Sansone gli andranno dietro».
Comunque ora parliamo di Thiago: dopo aver sondato anche De Zerbi, che ha detto no, perché lui e non Ranieri?
«C’era la volontà di costruire un progetto con un allenatore giovane, quella di Thiago è stata una scelta tecnica. Siamo certi che diventerà per il Bologna l’allenatore della svolta».
Qual è l’impressione che si è fatto dopo queste sue prime settimane?
«E’ un grandissimo lavoratore, arriva alle 7 e 30 del mattino e se ne va alle 19 di sera. E’ chiaro che dovremo dargli il tempo per far crescere questa squadra, come è chiaro che con il suo pragmatismo e realismo dovranno arrivare i risultati».