
Il nostro Marcello Guerrieri ci fa ripercorrere le emozioni della finale della Coppa dei Campioni del ’61/’62
Altri tempi altri regolamenti. Chissà. Forse anche migliori. Sicuramente più divertenti. E così non si può non ricordare che sino al 1965 se due squadre partecipanti alla Coppa dei Campioni, avevano pareggiato nei punti e nel computo dei gol, si disputava una “bella”, ovviamente in campo neutro. Era la tradizione inglese che la faceva da padrona: sino allo strapotere delle televisioni non c’erano gol che valevano “doppio”, tempi supplementari, rigori e così via. Si rigiocava semplicemente. E così accadde per il superamento dei quarti di finale dell’edizione 1961/62 della Coppa dalle grandi orecchie che all’epoca le aveva molto più piccole. Allo stadio Comunale di Torino arrivò il Real Madrid, che aveva vinto le prime cinque edizioni della Coppa ed ambiva ad una sua riconquista dopo la vittoria del Benfica. Si trovò davanti una Juventus spaesata, ancora poco compresa nella competizione. Ai bianchi di Spagna bastò un gol di Alfredo Di Stefano per fare proprio quell’incontro: la superiorità espressa dalla “merengues” fu totale. Il ritorno sembrava una formalità ma nella Juventus giocava un certo Omar Enrique Sivori che era nel pieno della sua formazione tecnica. Non solo al Bernabeu segnò ma incantò lo stadio e attirò su di sé mezza squadra: di fatto i bianconeri non corsero alcun pericolo ed uscirono, al novantesimo, dal campo, tra gli applausi dei madrileni. Rimaneva da fare la bella, una settimana dopo, al Parco dei Principi: entrambe le squadre si presentarono con la stessa formazione che per la Juventus era Anzolin, Sarti, Bercellino, Garzena, Mora, Leoncini, Mazzia, Stacchini, Sivori, Nicolè, Charles. Il Real rispose con Araquistan, Casado, Santamaria, Miera, Felo, Pachin, Del Sol, Di Stefano, Tejada, Puskas, Gento.
La partita beffarda si aprì al primo minuto col vantaggio per il Madrid con un gol di Felo. Ma la Juventus fece passare solo una mezzoretta per rimettere in pari la gara, con un gol entusiasmante di Sivori, uno dei suoi, di quando seminava avversari come birilli. L’equilibrio venne rotto a quindici minuti dal termine con una rete di Del Sol di testa, un piccoletto che poi giocò anche con la Juve, ma anche con una grande incertezza del portiere Anzolin. Il gol tagliò le gambe agli Juventini che presero un terzo gol da Tejada.
Si può ricordare una sconfitta? Intanto fu la prima volta che Juventus mise paura nel calcio continentale, che venne vista come una rivale credibile e se si fosse continuato, come si fa adesso coi tempi supplementari, avrebbe forse, vinto già a Madrid. E poi c’era da segnalare come la squadra torinese sia stata l’attrice, sfortunata, dell’unica partita di spareggio della Coppa dei Campioni. Ed infine sulla ribalta salì Sivori, che si dimostrò il miglior giocatore del torneo al punto che un anno dopo vinse anche il Pallone d’oro dell’Equipe.
Marcello Guerrieri
