Minestra riscaldata o operazione di grande livello sul piano tecnico? Lo dirà il tempo, ma in bianconeri sono stati tantissimi i grandi ritorni finiti in maniera positiva
L’operazione Pogback è solo in attesa dell’ufficialità. Ma non è una novità l’effetto grande ritorno in casa Juve, soprattutto in questa era targata Andrea Agnelli. Senza andare troppo in là nel tempo, per esempio, è sufficiente guardare in panchina dove si trova Max Allegri, tornato in sella la scorsa stagione a distanza di due anni dall’addio.
IN CAMPO – È in campo comunque che alla Juve si torna spesso e volentieri, tralasciando i vari cavalli di ritorno dal prestito (il più clamoroso resta il caso Higuain, ma la lista è lunga). Ora tocca a Paul Pogba, prima di lui l’ultimo grande ritorno è stato quello di Alvaro Morata: un biennio dal 2014 al 2016, poi la recompra del Real, ancora Chelsea e Atletico prima di tornare nel 2020 con la formula del prestito biennale, appena terminato.
RAGIONI DI CUORE – Romantica la storia di Gigi Buffon: via nel 2018 dalla Juve dove era arrivato nel 2001, una sola stagione al Psg e poi il rientro alla base a 41 anni per altre due stagioni da vice-Szczesny. Anche se il caso di Leonardo Bonucci è forse il più clamoroso: tanto rumore attorno alla sua fuga in direzione Milan nell’estate del 2017, il ritorno alla Juve già la stagione successiva in cambio della meteora (almeno in bianconero) Mattia Caldara e ora sarà lui il nuovo capitano.
GLI ALTRI – Riavvolgendo il nastro, anche Alessandro Matri ha prima lasciato la Juve (nel 2013) per poi riabbracciarla per mezza stagione nel 2015. Addirittura tre le parentesi di Martin Caceres: nel 2009/2010 la prima, dal 2012 al 2016 il secondo ciclo, infine l’ultima chiamata nel gennaio 2019 per sei mesi. Prima ancora? Fabio Cannavaro tornò nel 2009 dopo l’addio post-Calciopoli del 2006. E in panchina hanno comunque fatto storia sia il Trapattoni che il Lippi-bis.
Lo scrive oggi Il Corriere dello Sport.