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Leadership e mentalità vincente: ecco perché Di Maria è l’uomo giusto per la Juve

A 34 anni il “Fideo” è un concentrato di classe ed esperienza. Ha vinto ovunque, ora ci proverà anche in Italia. E quanti campioni hanno beneficiato della sua classe e dei suoi assist

Richieste precise, quelle di Max Allegri. Voleva giocatori pronti nei quattro ruoli chiave da rinforzare: il centrocampista, l’attaccante esterno, il vice Dusan Vlahovic, l’erede di Giorgio Chiellini. Andando più nel dettaglio, per le prime due caselle, c’erano nomi e cognomi da individuare: Paul Pogba e Angel Di Maria. E Allegri, per ora, è stato accontentato. Già da un po’ era archiviata la pratica Pogba, con il sì di Di Maria arriva anche l’uomo giusto per l’attacco.
El Fideo reca in dote un carico notevole di classe e di esperienza, nonostante i 34 anni ha dimostrato recentemente di essere ancora al top sotto ogni punto di vista, chiedere all’Italia di Roberto Mancini le ultime referenze. Con Di Maria arriva anche o soprattutto un carico di mentalità vincente, una bacheca ricca come quella del talento argentino ce l’hanno in pochi. Manca ancora una ciliegina sulla torta per chiudere alla grande la sua carriera internazionale, quel Mondiale per cui ha deciso di restare un’altra stagione ai massimi livelli in Europa, dovendo così tenere alto il livello di tensione fin dalla preparazione estiva. 

I TITOLI – Gli manca il Mondiale, vuole il Mondiale. Con l’Argentina ha appena vinto la Coppa dei Campioni Conmebol-Uefa contro l’Italia, la scorsa estate ha infranto il tabù con la Seleccion vincendo la Copa America, si era portato a casa comunque un oro olimpico nel 2008. A livello di club, invece, aveva già vinto tutto: una Champions (la decima dei Blancos) e una Supercoppa Europea con il Real nel 2014, sette campionati nazionali (uno col Benfica, uno col Real, cinque con il Psg), altri diciannove trofei assortiti (due col Benfica, tre col Real, quattordici col Psg). Insomma, se Allegri voleva leadership e mentalità vincente con Di Maria sta facendo il pieno.

I CAMPIONI – Un campione assoluto, capace di mettersi al servizio di altri campioni assoluti. Ha vissuto tutta l’era di Leo Messi con l’Argentina, lo ha ritrovato in un Psg che in rosa aveva già Neymar e Kylian Mbappé, sempre a Parigi è stato spalla pure di Zlatan Ibrahimovic. C’era tanto, tantissimo Di Maria anche nel Real di Carlo Ancelotti che ha vinto la decima Champions nel 2014, era quella la squadra del trio Bale-Benzema-Cristiano Ronaldo, con Luka Modric, Sergio Ramos e tutti gli altri: ma per spezzare le reni all’Atletico Madrid c’è voluta una sua giocata da fuoriclasse, che ha portato poi al tap-in del momentaneo 2-1 di Bale al 110’ prima della goleada (match finito 4-1). L’elenco di campioni con cui ha giocato è però lunghissimo, comprende pure Gigi Buffon e Dani Alves solo per citarne un altro paio.

Lo scrive oggi Il Corriere dello Sport.

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