Arrivano i primi deferimenti che vedono coinvolti diversi club e molti dirigenti di rilievo
Mentre l’Italia sta giocando il Mondiale di Germania, il 22 giugno 2006 arrivano i primi deferimenti per l’inchiesta Calciopoli. Il procuratore federale Stefano Palazzi, infatti, deferisce la Juventus e diversi dirigenti dell’epoca, ma i bianconeri non sono gli unici a essere citati.
Oltre alla Vecchia Signora, il procuratore federale deferisce alla Caf anche Milan, Lazio e Fiorentina per violazione degli articoli 1 e/o 6 del codice di giustizia sportiva. Oltre alle società, anche i dirigenti Moggi, Giraudo, Galliani, Meani, Andrea Della Valle, Diego Della Valle, Mencucci, Lotito, Ferri, Carraro, Mazzini, Lanese, Bergamo, Pairetto, Mazzei, Ingargiola, Bertini, De Santis, Dondarini, Babini, Messina, Paparesta, Rocchi, Rodomonti, Tagliavento e Puglisi vengono deferiti e l’allora presidente della Lega Calcio Adriano Galliani si dimette dalla carica.
Questa però è solo il primo di una lunga serie di fatti che sconvolgeranno il calcio italiano nell’estate 2006. A poco più di un mese e mezzo dalle prime indiscrezioni, dalle quali erano usciti i nomi di Moggi, Juventus, Giraudo e Mazzini, allora vicepresidente della Federcalcio, la sottile crepa si è ben presto allargata travolgente altri dirigenti e club, oltre al mondo arbitrale, con diversi fischietti raggiunti da un avviso di garanzia.
Dopo i primi verdetti del 4 luglio e i successivi ricorsi, la Juventus finisce in Serie B con 9 punti di penalizzazione, è costretta a cedere molti pezzi pregiati quali Cannavaro, Thuram, Zambrotta, Ibrahimovic, mentre altri come Buffon, Nedved, Del Piero e Trezeguet rimangono disputando il campionato cadetto. La Juve vincerà la Serie B davanti a Napoli e Genoa e tornerà in Serie A dopo un solo anno di assenza con Didier Deschamps in panchina.