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UEFA ancora contro la Superlega: “Il calcio rispetti le regole UE”

La prima indicazione di quale potrebbe essere l’esito finale del caso arriverà il prossimo 15 dicembre

Gli avvocati che frequentano la Corte di Giustizia Europea la chiamano “la pallottola”. È la domanda di uno dei giudici della Corte che arriva senza preavviso e può spaccare in due la tesi di una delle parti. Ieri pomeriggio, per esempio, durante l’udienza che contrappone la Super League e l’Uefa, il giudice svedese Nils Wahl ha chiesto alla Commissione Europea, che spalleggia l’Uefa nel procedimento: «Condotte come quelle dell’Uefa sarebbero considerate un boicottaggio in qualsiasi altro ambito economico, perché non nel calcio?». Una domanda secca e diretta che ha ottenuto una risposta piuttosto evasiva, al punto che lo stesso Wahl ha definito «incoerenti» alcuni elementi dell’argomentazione dell’esecutivo europeo (oltrettutto riprendendo l’avvocato della Commissione che scuoteva polemicamente la testa) e ha rimproverato la Commissione di non aver fornito indicazioni chiare sul fatto che l’Uefa stesse concretamente violando la normativa antitrust dell’Unione Europea. La “pallottola” è partita e, anche solo di striscio, ha colpito. Tant’è che lo stesso avvocato della Commissione è stato protagonista di un altro passaggio chiave della giornata di ieri, quando ha detto: «L’Uefa potrebbe avere obiettivi legittimi per limitare la concorrenza, ma qualsiasi difesa del “modello sportivo europeo” (concetto sbandierato più dall’Uefa, ndr) deve rispettare la legge europea, in particolare per quanto riguarda la legge sulla concorrenza e le libertà fondamentali».

Perché il nocciolo della questione è e rimane quello: al netto di quanto si pensi male della Super League, davanti alla Corte Europea c’è l’ipotesi di monopolio e di abuso di posizione dominante da parte dell’Uefa. È quello il punto che può far saltare l’Uefa così come la conosciamo, perché accentratrice di troppi poteri, senza oltretutto fare molto per dissimularlo. Come si evince dalla circolare del 13 giugno, che potrebbe diventare un potenziale autogol nella vicenda giudiziaria presso la Corte. Gli avvocati della Super League hanno infatti chiesto in modo retorico se, secondo loro, l’Uefa avrebbe mai permesso una qualsiasi alternativa alla Champions League. E gli stessi legali hanno risposto esibendo la circolare: «No. E lo ha detto la Uefa stessa in un suo documento sull’autorizzazione delle competizioni internazionali pubblicato il 13 giugno». In quella circolare, l’articolo 7.4 stabilisce, nero su bianco e firmato da Aleksander Ceferin in persona, che «l’autorizzazione a qualsiasi competizione Internazionale per club sarà soggetta alle seguenti condizioni cumulative in modo che non influisca negativamente sul buon funzionamento della Champions League». E l’elenco delle condizioni è identico a quelle richieste dalla Champions League. Insomma: «Non avrai altra Champions al di fuori di quella dell’Uefa». Passando dalla Bibbia al Trattato di Roma, in quei fogli potrebbe essere riconsciuta una grave violazione delle leggi sulla concorrenza, visto che si tratta di un esplicito divieto di organizzare manifestazioni alternative.

Lo scrive Tuttosport.

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