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Bernardeschi: “A Toronto organizzazione da grande squadra. Sulla Juve…”

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L’attaccante si è raccontato a Tuttosport, parlando anche della propria nuova esperienza in Canada

Federico Bernardeschi si racconta dal Canada: raggiunto dai colleghi di Tuttosport, l’attaccante ha parlato sia della sua esperienza bianconera che di quella appena cominciata in MLS.

Di seguito, infatti, le sue principali dichiarazioni.

L’ESPERIENZA BIANCONERA. «Alla Juventus non ho reso al maglio a causa di diverse circostanze: io ho sempre dato la mia disponibilità, però ci sono stati tanti cambiamenti in momenti critici e che possono condizionare un calciatore che sta maturando. Pirlo, per esempio, aveva un’idea di calcio differente e mi vedeva quasi come un terzino sinistro, ma io non potevo svolgere quel ruolo. Con Allegri a dicembre sono stato eletto MVP del mese, poi ho avuto qualche problema fisico e la squadra in generale ha faticato. Mi dispiace perché poteva finire meglio, ma alla fine ho lasciato la Juve con tre scudetti, due Coppe Italia e due Supercoppe».

LA NUOVA JUVE. «Pogba è tanta roba e Di Maria pure. Se arrivano campioni come quelli, gente che viene per vincere, è un segnale. E poi c’è Allegri, persona eccezionale, per me uno dei primi cinque tecnici al mondo. Credo dovrebbe fare il manager all’inglese, con poteri quasi totali. Vlahovic? È un campione autentico e un professionista pazzesco che cura ogni dettaglio e che ha una fame pazzesca, oltre a essere un bravissimo ragazzo. Ora deve assimilare il DNA Juve».

IL TORONTO. «A Toronto ho trovato un’organizzazione da grande squadra. Allo stadio ci sono poi sempre almeno trentamila persone e quando sono atterrato c’era un migliaio di tifosi all’aeroporto, sono stato accolto come una star. Qui è un altro mondo, ci sono più allegria e meno isteria agonistica, ma anche grandissima serietà e voglia di vincere. È la mentalità americana che mi ha sempre affascinato e sono felicissimo della mia scelta. A un certo punto mi hanno cercato delle squadre italiane, una inglese e una francese ed erano offerte interessanti, ma quella della MLS era ed è una prospettiva completamente nuova e affascinante. Ho firmato un contratto lungo e mi piacerebbe rimanere qui a lungo, diventare un idolo e magari sviluppare anche altre attività come ha fatto Beckham, anche se chiaramente non mi sto paragonando a lui».

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