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ESCLUSIVA TJ – Gene Gnocchi: “Alla Juventus serve un regista vero, deluso dall’addio a Dybala”

Il noto comico è stato ospite della nostra Redazione: “In finale di Coppa Italia vedo i bianconeri favoriti. Punterei su Fagioli e Miretti nella prossima stagione.”

Quest’oggi abbiamo avuto il piacere di scambiare quattro “chiacchiere pallonare” con Gene Gnocchi, comico, scrittore, conduttore televisivo e tanto altro ancora per professione, ma anche grandissimo esperto di calcio nonché anche grande ex calciatore a livello di campionati interregionali.

Allegri è molto criticato alla Juventus, ma alla fine con una squadra incompleta e con molti infortuni oltre che orfana di CR7 ha centrato almeno il quarto posto ed è in finale di Coppa Italia.

Il bilancio per me rimane comunque in deficit. Aldilà dei risultati la sua squadra non ha mai fatto vedere un gioco accettabile.

Per tornare “grande” nella prossima stagione cosa deve fare la Juventus?

Deve puntare su un giocatore con caratteristiche simili a Thiago Alcantara o Modric, insomma uno di quei giocatori lì. Serve un regista vero non uno come Arthur o Locatelli che a Sassuolo giocava quasi mezzala in un centrocampo a due. Sono state fatte alcune scelte sbagliate anche in sede di mercato. Oppure mi guardo in casa e provo a puntare tutto su un giocatore come Fagioli, ma se sbaglia non va messo da parte, ma aspettato.

Come giudica i tempi e i modi dell’addio a Paulo Dybala?

Mi dispiace molto perché Dybala è uno di quei giocatori che ti fa andare allo stadio, io non lo avrei mai perso. Dybala è il calcio e quindi mi è molto dispiaciuto. Oltretutto ha sempre dimostrato un’attaccamento vero alla Juventus. E’ l’unico che al momento giustificava il prezzo del biglietto a livello tecnico.

Sempre più proprietà americane in Serie A, ma la Juventus “resiste” da sempre agli Agnelli. Le proprietà estere sono sempre di più in Serie A: come mai?

Perchè hanno i soldi e in Italia ce n’è sempre di meno. Il calcio ormai è business. Anche i presidenti italiani, i vari De Laurentis, Cairo e Lotito per citarne alcuni, sono imprenditori attenti. La differenza può essere la Juventus. Il club bianconero è da anni “il giocattolo di famiglia” degli Agnelli anche se comincia a destare qualche problema a livello di business. Il calcio deve arrivare ad autofinanziarsi.

Che partita si aspetta mercoledì prossimo per la finale di Coppa Italia tra Juventus e Inter?

Sono più che convinto che alla fine vincerà la Juventus. L’Inter non mi piace come gioco. A dir la verità neanche la Juventus, ma l’Inter ancora meno. Non mi spiego certe cose dell’Inter. Tanti giocatori sono sopravvalutati, in primis Lautaro.

Nella corsa allo Scudetto la Juventus è ormai tagliata fuori: chi avrà la meglio tra Milan e Inter?

Credo che vincerà il Milan. I rossoneri hanno anche la possibilità di pareggiarne una e quindi vedo il Milan favorito.

Perchè il campionato di Serie A è molto inferiore a tornei come Premier League e Liga?

Perché c’è meno qualità e c’è più tatticismo. I grandi giocatori non vengono più in Italia. Una volta avevamo il meglio del meglio da Van Basten a Platini fino a Maradona. Quando andavo al “Tardini” a vedere il Parma vedevo Thuram, Crespo, Zola, Stoichkov…giocatori di questo calibro insomma.

Ecco veniamo proprio al Parma: Gianluigi Buffon continua per un’altra stagione…

Quando uno è calciatore nella testa smettere è molto difficile. Lui è abbastzna severo con sé stesso. Se lui ritiene di giocare fa bene a farlo. Guarda Miura che ha più di cinquant’anni e in Giappone gioca ancora. Ibra che ha superato i 40 inizia a pensare di smettere ora. Smettere è la parte più difficile per un calciatore: quando non giochi più la partita alla domenica l’adrenalina ti manca, ti manca lo spogliatoio, ti mancano i compagni e ti manca anche tutto quello che ci gira attorno.

Per la seconda volta consecutiva l’Italia non si è qualificata ai Mondiali. In cosa deve crescere il movimento calcistico in Italia?

Il calcio in Italia è in declino e i Settori Giovanili sono sempre più bistratti. Si acquistano stranieri che valgono meno di alcuni giovani di Lega Pro. I talenti non si ha mai il coraggio di farli giocare: un giovane da noi è giovane a 22 anni nelle altre nazioni a 16 e 17. Adesso per esempio c’è Miretti nella Juventus, ma le grandi squadre non aspettano. Se dopo due partite buone fa male lo mettono fuori. A Barcellona Pedri ha in mano la squadra. Questo l’Italia lo sconta. Bene agli Europei, ma la pochezza prima o poi esce fuori.

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